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Evoluzione cerebrale

Approfondite alcune delle più importanti teorie motivazionali, sembra giusto dare qualche cenno su come il cervello si è evoluto anatomicamente e funzionalmente dall’epoca dell’Homo Sapiens ad oggi. Infatti, il cervello si è evoluto insieme all’essere umano; la parte primordiale – il cervello rettiliano (anatomicamente più interna, che sembra essere legata agli istinti), si è poi arricchita del sistema limbico (una parte mediana, legata alla sfera delle emozioni), e infine si è sviluppata la neocorteccia (la parte più esterna, evoluta e comunemente associata alle funzioni più razionali dell’essere umano)1.

Quindi, le capacità che il cervello ha sviluppato nel tempo, sono associate allo sviluppo progressivo di queste nuove parti. Ed è interessante notare come in ogni azione quotidiana, queste parti anatomiche del cervello entrano in gioco sequenzialmente, con la stessa progressione con cui si sono sviluppate.

Cioè qualsiasi cosa affrontiamo, la prima risposta (istintiva) è generata proprio nella parte del cervello rettiliano. In pochi millisecondi si attiva il sistema limbico, che è responsabile della risposta emotiva (qui si generano emozioni e sensazioni che incidono sul comportamento finale che adotteremo). Da ultimo entra in gioco la neocorteccia, che ci consente di “razionalizzare”.  E’ grazie all’intervento di quest’ultima parte che il comportamento istintivo-emotivo, viene modulato consentendoci di adattare quello più adeguato alla situazione specifica che ci troviamo ad affrontare in quel momento.

Un’altra cosa interessante è che le differenti parti anatomiche del cervello (e le relative facoltà ad esse collegate) possono essere allenate quanto più ci spostiamo verso la neocorteccia. Cioè, mentre possiamo fare pochissimo sulle nostre risposte più istintive, e poco su quelle emotive, risulta che le facoltà associate alla corteccia sono fortemente sensibili all’allenamento. Questo vuol dire che tutte le abilità razionali, relazionali, la modificazione del comportamento funzionale all’ambiente, all’interlocutore… possono essere allenate per migliorare la risposta adattativa che siamo in grado di rendere.

 

Neocorteccia

La Neocorteccia come parte più evoluta del nostro cervello è oggetto di numerosissimi studi e ormai molto si conosce dei due emisferi destro e sinistro e delle attività ad essi collegate.

Uno studio particolarmente interessante è quello sviluppato dalla SBMT1 e da The center for Applied Neuroscience2, i quali oltre alla suddivisione in emisfero desto e sinistro, nella neocorteccia individuano anche una parte anteriore e posteriore (ottenendo quindi 4 aree fondamentali, come rappresentate in Fig.1).

La cosa interessante è che ciascuna delle diverse aree ha mostrato una maggiore attività, quando l’individuo era sottoposto allo svolgimento di ben specifici compiti.

Questo ha permesso di tracciare delle relazioni tra le abilità naturali che ciascuno di noi manifesta e lo sviluppo della relativa area della corteccia associata a quella attività.

Nella sessione Profilazione Brain Mapping analizzeremo uno dei modelli più efficaci nella classificazione comportamentale che trae spunto dagli studi sopra menzionati.

  1. Paul D. MacLean, The triune brain in evolution. Role in paleocerebral functions.

 

 

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