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Abitudini

Con le abitudini succede una cosa molto simile a quello che succede con le Convinzioni: il nostro sistema nervoso è strepitoso: ha organizzato una parte di sé (l’inconscio) per svolgere tutte le attività di routine. Questo processo (è come se le attività di routine andassero con il pilota automatico) consente all’altra parte (il conscio) di occuparsi di tutto ciò che è nuovo, sconosciuto, e quindi richiede l’attenzione per elaborare una strategia nuova (o diversa, più complessa – per le attività che vogliamo imparare a svolgere in maniera più efficace).

Il primo (l’inconscio) può svolgere contemporaneamente un numero di attività straordinarie. Ma fatica a riconoscere se qualcosa è svolto bene o male. Il secondo (il conscio) non può fare troppe cose insieme, ma è in grado di accorgersi quando c’è qualcosa che non va.

Noi siamo programmati per svolgere ogni compito con la giusta partizione (conscio o inconscio), ma come in tutti i sistemi che tendono alla perfezione, ci sono dei bug. Le abitudini che abbiamo preso (scorciatoie per fare le cose di routine, evitando il sovraccarico del conscio), possono essere funzionali per qualcosa e non funzionali per qualcos’altro. Oppure può succedere che una cosa fatta in una determinata maniera era funzionale tempo fa, ma non lo è più oggi. Queste abitudini diventano i bug.

Il problema è che la strategia (il modo di fare quella cosa ricorrente) è stata sepolta a livello inconscio (che non riconosce le cose sbagliate e tanto meno le sa disseppellire). Per questo cambiare abitudine è così difficile:

  1. Dobbiamo accorgerci che una cosa comoda non va più bene
  2. Dobbiamo accettarlo (e non è così scontato – soprattutto quando ce lo dicono gli altri)
  3. Dobbiamo trovare un nuovo modo per fare quella cosa (il che comporta una maggiore fatica che farla nella maniera abituale).

Ma la buona notizia è che dopo un po’ di tempo il nuovo modo (più efficace per fare quella cosa) diventerà a sua volta un’abitudine, questa volta però più efficace. Alla fine, potremo di nuovo liberare il conscio dall’incombenza, per lasciarlo occuparsi delle nuove sfide.

Ma la cosa straordinaria è che la ricorrenza con cui accettiamo di rivedere le abitudini poco produttive (o le convinzioni sbagliate) fa diventare il processo stesso un’abitudine! Cioè, a furia di mettere in discussione vecchi dogmi e abitudini poco produttive, continuare a mettere mano agli uni e agli altri, diventa un processo sempre più spontaneo e meno faticoso.

Gregory doveva intendere questo quando parlava di Apprendimento II1.

  1. Gregory Bateson: Steps to an Ecology of Mind: Collected Essays in Anthropology, Psychiatry, Evolution, and Epistemology
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